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domenica 9 giugno 2013

Plecottero... o mosca Cessa?



Ieri sera pescando ho notato parecchie "moscone" sui sassi e mi è tornato in mente un capitolo della mia giovinezza quando iniziavo a dilettarmi con la PAM e costruivo delle mosche definite le cesse.
La serie cessa fa parte delle mie prime imi, quando chiedevo info a tutti i pescatori sul fiume (cosa che spesso faccio ancora), comperavo tante mosche e usavo quello che trovavo per fare i miei primi esperimenti... Ero ragazzo, avevo un collo di gallo fatto dal mio papà, gallo peraltro mangiato e credo buono, non ricordo esattamente... Erano gli anni in cui raccoglievo le piume ai giardini, giardini pieni di Germani, anatre, pavoni ecc. lasciati liberi a circolare... Insomma una bella oasi naturale in mezzo a Bolzano... Non so se con piume di piccione anatra o cosa è nata la mosca ma di sicuro non doveva essere un plecottero... Mi spiegarono che vi erano le sedge da far pattinare sull' acqua, così le feci con un idea balorda, mosca grossa trota grossa. Quando le videro alcuni conoscenti risero per ore, ricordo mi chiesero se fossero sedge con la prolunga? Le provai spesso nei pomeriggi estivi ma funzionarono praticamente quasi mai fino che una sera non prendeno con nulla e sentendo fragorose bollate (era tardi si sentiva manon si vedeva bene), riprovai in corrente una cessa e feci bingo, peccato il filo si ruppe, allora il torrente era passato da no-kill a una trota da cinquanta cm (successivamente la misura pian piano scese fino a due trote da trentacinque (politica assurda)... Erano anni in cui il fiume pullulava di fantastiche fario e marmorate e dove se non facevi almeno una trota oltre i quaranta avevi cannato l' uscita, erano pure gli anni in cui imparavo e dove al massimo io facevo trenta o giuù di lì ma ne facevo tante pur non sapendo lanciare, averne ora di acque così ricche di pesci belli...
Pian piano feci strada, imparai da solo a lanciare e a costruire sempre meglio e imparai che a tarda sera in estate questa mosca funzionava e che si chiamava plecottero e non sedge, mi presero molto in giro dicendo che i pesci la mangiano la sera e solo in corrente nella schiuma perché non vedono una fava, ma una cara persona mi disse pure che la mangiavano soprattuto perché lì di plecotteri ce ne stavano molti e si muovevano spesso la sera dopo cena (non ho mai capito se dopo la loro cena o la nostra cena, anche se sospettavo fosse la seconda opzione, ma non osai mai chiedere per timore...).
Bene dato che le scatole oramai son vuote di cesse ma l' Avisio è pieno di plecotteroni e dato che oggi non piove ma diluvia a catinelle, non si va pesca ma si dressa in attesa di giorni migliori...
AMO: #8 doppio filo
FILO: 8/0 nero (sarebbe meglio il 6/0 ma l' ho finito)
CORPO: in foam grigio o nero reperito da qualche valigetta.
ALA: originale solo in fibre di piume scure e morbide, le versioni successive prevedono fibre di piuma di fagiano nere sotto le piume descritte in precedenza, ino ogni caso le faccio entrambe.
ZAMPE e ANTENNE: palmer di gallo nero, più o meno esteso.
Nel tempo ho provato varie soluzioni con esiti più o meno positivi, dalla recisione delle fibre in coda a un palmer più o meno esteso da poche fibre a tante fibre per simulare le ali ecc...
Involontariamente credo di aver fatto una mosca vitale, proprio perchè spesso le ali si aprono e si sfibrano con la pesca e/o le catture, dando movimento, concetto poi ritrovato proprio in un plecottero sul libro di Renato Cellere. Unici nei sono le false abboccate e i pesci persi, in ogni caso una mosca che se recuperata come uno streamer o se fatta pattinare genera spesso attacchi spettacolari.








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